/ Politica

Politica | 16 marzo 2017, 01:03

"Diciamo no al forno crematorio"

CATRICALA': PRONTA LA MOZIONE PER CHIEDERE LA REVOCA DELLA DELIBERA. SARA' SOSTENUTA DA QUASI TUTTA LA MINORANZA

"Diciamo no al forno crematorio"

Riceviamo e pubblichiamo

A breve verrà presentata da quasi tutta la  minoranza (Movimento 5 Stelle, Siamo Vercelli, Lega e Vercelli Amica) la mozione avente come oggetto la revoca in autotutela del percorso amministrativo relativo alla realizzazione del forno crematorio presso il cimitero di Billiemme. Questo perché nell’iter seguito, l’amministrazione vercellese nel deliberare a favore della realizzazione del tempio crematorio, non ha tenuto conto di una serie di presupposti.

Non si è tenuto conto delle Deliberazioni della Giunta Regionale del Piemonte riguardanti sia la classe acustica nella quale rientrano tali impianti sia la distanza minima di almeno 50 km da un altro impianto (nel raggio di 40 Km circa ci sono i forni di Novara, Trecate e Biella). Non si è tenuto conto dell’approvazione del Piano regionale di coordinamento per la realizzazione di nuovi cimiteri e crematori che stabilisce i criteri per la realizzazione e la gestione di impianti crematori (1300 cremazioni all’anno per una sostenibilità economica e un bacino di riferimento di almeno 5.000 decessi l’anno equivalente ad una popolazione di circa 500.000 abitanti).

Oltre a ciò non risulta sia stata indetta una Conferenza dei Servizi tra Comune, Arpa, Asl e Provincia: siamo a conoscenza di un solo documento di Arpa, datato 04/03/2015, che si rende disponibile ad un confronto tra le parti, ritenendo altresì opportuno coinvolgere anche l’amministrazione provinciale quale ente competente al rilascio di autorizzazioni ambientali.

Ma le motivazioni di questo atto che ci accingiamo a presentare sono anche altre e rientrano in tutti quegli aspetti legati all’impatto ambientale che un’opera come un forno crematorio, non devono essere assolutamente sottovalutati. Ĕ opportuno anche precisare che, come risulta dalla Delibera di Giunta Comunale n. 199 del 02/07/2015 con il quale il promotore si dichiara disponibile ad impegnarsi a non richiedere nessun indennizzo o rimborso per tutta l’attività svolta a favore del Comune di Vercelli nel caso in cui, intervenute modifiche normative rendessero non attuabile l’intervento e  che, tra le condizioni di dichiarazione di pubblico interesse, risulta opportuno prevedere anche l’espressa rinuncia formale da parte del promotore a richiedere alcun indennizzo o rimborso a lui dovuto in tutti i casi in cui la procedura risultasse interrotta. In altre parole anche la rinuncia da parte della ditta promotrice,  viene ritenuta condizione di pubblico interesse!

Nel voler procedere con questo progetto, vista la determina del 20/01/2017 pubblicata solo 40 giorni dopo, che stabilisce un compenso di € 6.500,00 circa per una figura esterna di supporto al R.U.P., di fatto l’amministrazione non vuole tenere conto di una delibera passata all’unanimità (mai più impianti di incenerimento) e di un o.d.g. votato a maggioranzain cui si chiedeva di intraprendere tutte le strade possibili per evitare la costruzione di un nuovo impianto crematorio e valutare la sperimentazione di tecniche alternative ed ecologiche, facendosi carico di proporle a chi di competenza anche in ambito nazionale.

Chiediamo la revoca in quanto essa trova una sua generale disciplina nell'art. 21 quinquies della L. n. 241/1990 che stabilisce come, per sopravvenuti motivi di pubblico interesse, sulla base di nuovi presupposti di fatto o di una nuova valutazione delle originarie circostanze di fatto, i provvedimenti amministrativi ad efficacia durevole possano essere revocati dagli organi amministrativi che li hanno adottati.

Tra le altre cose, troviamo sia interessante e forse anche opportuno citare un precedente interessante ovvero la sentenza del TAR del Lazio 11.098 dell’ 8 settembre 2015: si tratta di un ricorso di una ditta che aveva pubblicamente vinto il bando del Comune di Borgorose, per la realizzazione di un forno crematorio, dichiarato di pubblica utilità. Erano già stati avviati i lavori poi improvvisamente nell’agosto 2014 il Comune aveva revocato l’apposita delibera per cui l’azienda fece ricorso al TAR, perdendolo. Nella sentenza, riportata dalla stampa specializzata nazionale, i giudici hanno rilevato nella revoca del bando “alcuni profili inerenti una nuova valutazione dell’interesse pubblico”. In buona sostanza la contrarietà della cittadinanza nei confronti dell’opera, è stato il presupposto valido per confermare la validità della delibera di revoca.

Questo per dire che è possibile fermare questo iter a favore dell’interesse pubblico e della salute dei cittadini.

Michelangelo Catricalà, Gianpaolo Andrissi, Mirko Busto M5S

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore