C'è il pienone al Teatro Civico per ascoltare Franco Berrino, “il profeta” della buona alimentazione, ma non solo.
Epidemiologo, medico, patologo, Berrino per anni ha lavorato all'Istituto Tumori di Milano. Da anni è il principale punto di riferimento di chi vuole vivere meglio.
«Invecchiare senza ammalarsi è l'obiettivo – esordisce -. Pensate a che regalo facciamo ai nostri figli se non ci ammaliamo di alzheimer, se non ci viene un ictus, un cancro».
Lui, Berrino, comunque parla a tutti: giovani e vecchi, sani e malati.
Il suo messaggio è: per vivere meglio, per vivere di più occorre seguire tre strade: alimentazione sana (diversa), movimento, meditazione.
Cominciamo con l'alimentazione. «Più fibre di cereali integrali si mangiano e meno ci ammaliamo» dice Berrino. «Una buona alimentazione, quindi, prevede o pane integrale, o farro, riso, orzo, miglio, grano saraceno tutti integrali, e poi ancora legumi, e poi ancora frutta e poi ancora verdura» dice ancora.
Per converso «più cibi industriali mangiamo e più ci ammaliamo».
Berrino dunque, sconsiglia zuccheri, farine raffinate e insaccati – le nostre colazioni o i nostri pranzi veloci al bar, insomma -, e consiglia di ridurre il più possibile le carni rosse. «Meglio il pesce: chi la mangia al posto della carne muore di meno».
«E guardate che non vi dico nulla di nuovo, perché una volta si mangiava bene, si mangiava pasta e fagioli, e poi verdura, e la carne una volta ogni tanto. C'è chi mi dice che però non ha tempo per cucinare... già il tempo che non c'è. Poi magari si passano ore a guardare in tv i cuochi che cucinano» (applausi).
Ma per vivere lontani dalle malattie c'è un'altra strada da seguire, accanto a quella dell'alimentazione: il movimento.
«Chi non è più abituato a muoversi cominci con 10 minuti al giorno di camminata veloce, poi passi a 15, poi mezz'ora poi 45 minuti. Camminando, si riduce la mortalità, lo dicono le statistiche».
E poi c'è la meditazione, la nostra mente, insomma.
Berrino ha ricordato l'aneddoto dell'uomo occidentale che incontra un vecchio saggio orientale, che è in buona salute e sembra giovane. E gli domanda come fa.
Il vecchio saggio risponde: ”Io quando mangio, mangio; quando lavoro, lavoro; quando mi riposo, risposo”.
“Ma faccio così anche io” replica l'uomo occidentale.
L'altra risponde: “No, quando mangi magari guardi le televisione, e quando riposi ti porti dietro le tue preoccupazioni”.
«Bisognerebbe imparare ad avere la mente sgombra dai pensieri, appunto con la meditazione, o la preghiera. C'è stato un importante studio della Harvard School of Public Health su 120mila infermiere. La domanda posta loro era: quante volte vai al Tempio? Bene, è risultato che le infermiere che andavano a pregare due volte a settimana avevano una percentuale di rischio di ammalarsi o morire del 33 per cento in meno.
Pregare o rilassare la mente con determinate tecniche – dice ancora Berrino – attiva il nervo vago, che mette in “tranquillità” tutti i nostri organi, e soprattutto si spengono i geni dell'infiammazione cronica».
Per chiudere ha voluto scherzare, Franco Berrino: «Il premier Monti diceva che il più grande contributo al Pil arriva dalla sanità (ricoveri, strutture, farmaci). Che dobbiamo fare, quindi, per aiutare questo Paese?, ammalarci di più e morire quando si va in pensione? O, meglio di no: danneggiamo il bilancio nazionale vivendo di più e soprattutto meglio».
L'incontro con Berrino, organizzato da Comune e Asl, è stato preceduto dai saluti del sindaco Maura Forte e dal professor Fabrizio Faggiano. Il sindaco era andata a sentire Berrino a Biella («Professore, fanno male gli integratori» ha domandato; e Berrino nel corso della serata dirà che non fanno bene, anzi), Faggiano lo conosce da anni («Ricordo a Lione, ci incantò per ore con formule in una lavagna e spiegazioni sui tumori»).
Berrino, dunque, è una sorta di faro nella nebbia di pubblicità che ci indicano di consumare cibi industriali, cibi spazzatura anche.
E per fortuna che la sua voce c'è, oggi, in Italia (basta cercare su youtube). Ma è anche vero – purtroppo – che le strade che indica non sono così semplici da seguire: cereali integrali e ortaggi coltivati senza la chimica non li troviamo di certo al bar, al ristorante. Qualcosina (sempre più) si comincia a trovare nei supermercati, o grazie ai gruppi di aiuto solidale oppure grazie ad alcuni punti vendita di prodotti biologici e integrali, presenti anche a Vercelli.
Vivere meglio vivere di più si potrebbe, basterebbe ascoltare Franco Berrino e cominciare a rinunciare a coca-cola, patatine, whisky e grigliate varie.
















