Spettacoli - 14 dicembre 2022, 12:25

Il "Balletto Civile" torna a Vercelli con "Hamlet Puppet"

Stagione degli Anacoleti: una ballad-performance rilegge il celebre dramma shakespeariano.

Dopo il successo della performance “Gente” andato in scena nel contesto “site-specific” del Museo Borgogna il 20 novembre, la Compagnia “Balletto Civile” di Michela Lucenti torna a Vercelli, questa volta sul palco di Officina Anacoleti per proporre l’ultimo evento del 2022 della propria stagione teatrale: Hamlet Puppet.

Lo spettacolo dalla forte impronta musicale è una ballad-perfomance sulle vicende dell'Amleto viste con lo sguardo dello Spettro del padre. Il suo famoso monologo - alla fine del primo atto - viene indagato decostruito e ri-assemblato. Le rivelazioni che il fantasma del vecchio Re fa a suo figlio sono il motore di tutta la trama. Ricompare più volte nel corso della tragedia, riempie di terrore chi lo incontra, inizialmente viene scambiato per un’illusione, un sinistro presagio, fonte di diverse interpretazioni da parte di quelli che lo hanno incrociato. L'ambiguità della sua apparizione riflette la confusione generale del giovane principe e di tutti i personaggi.

Amleto sa che il fantasma di suo padre si aggira tra le nebbie di Elsinore, aspetta, danza in maniera ossessiva, frammentata, sta di guardia con la speranza che lo spettro riappaia, e quando arriva è come un diavolo in carne e ossa di ritorno dalla tomba, che dal suo podio radiofonico gli descrive il tradimento dello zio e della madre, il suo girovagare per la terra, senza pace. Snocciola pezzi di monologo che diventano dei refrain semplici dentro una musica istintiva come un disco alla Nick Cave. Lo spirito chiederà al giovane principe di seguirlo e vendicarlo.

Che cosa vuol dire vendicare un padre? Amleto, a sua volta fantasma di se stesso, è un fantoccio del teatro, ectoplasma e figura esistenziale per eccellenza. Uno spaventapasseri che prende vita e guarda il mondo, da un nuovo punto di vista. Cerca di capire qual è la sua eredità. Il peso dei padri non ricade su ognuno di noi? Siamo orfani in questo occidente senza eredi. E quante volte ci chiediamo se sia meglio essere o non essere, forse dormire... mio padre riflesso nell’occhio della mia mente…immagini inconsce e surrealiste, fotogrammi associati per analogie di confine tra veglia e sonno, ritagliate nel bianco e nero di specchi e geometrie che amplificano e avvolgono questo padre/donna, perso fantasma della normalità. Una performance che unisce immagini video, musica, canto, recitazione e danza, fuse insieme e tese a un medesimo scopo: riflettere sull'essenza della vita e dell'arte, sul senso dell’ essere eredi.

Un’installazione avvolta da una sonic-sphere, generata dalle distorsioni elettriche di una chitarracardiogramma, pulsazioni, un flusso continuo di suono dal quale nascono canti, che diventano ritornelli e si fissano nella testa dello spettatore. Essere o non essere, è ancora questo il problema? 

In scena Michela Lucenti e con Michele Calcari, mentre le musiche originali dal vivo sono di Paolo Spaccamonti.

L'appuntamento è venerdì 16 dicembre alle 21 all'Officina Anacoleti di corso De Gregori 28.

La biglietteria apre alle 20: intero 15 euro, ridotto 10; prenotazione: https://www.anacoleti.org/prenotazione-spettacoli/ spettacoli@anacoleti.org 3355750907

redaz