Sono durate oltre due ore le ricerche del giovane pakistano annegato, nel pomeriggio di giovedì, nel fiume Sesia, in fondo a corso Rigola. Il fondo torbido dell'acqua ha reso difficili le attività di recupero della salma del giovane, 23 anni, appena, che, giunto sulle rive del fiume insieme ad alcuni connazionali, si è immerso in acqua finendo poi in difficoltà.
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La richiesta di aiuto è arrivata intorno alle 17,15 circa: due squadre dei Vigili del Fuoco della sede centrale del Comando Vigili del fuoco di Vercelli, di cui una in assetto di soccorso fluviale, sono intervenute alla ricerca del giovane.
Purtroppo, già dalla descrizione della dinamica dell'incidente, si è intuito che vi erano poche speranze di ritrovare vivo il giovane: gli amici hanno raccontato la sua scomparsa nelle acque del fiume che, in quel tratto, sono molto infide.
La squadra fluviale, con l'utilizzo di un gommone da rafting, si è subito adoperava per la ricerca iniziale, ma la torbidità dell'acqua non ha facilitato l'individuazione della vittima. Solo grazie all'arrivo sul posto dell'elicottero Drago, partito dalla sede di Varese e Milano, con a bordo personale specialistico sommozzatore dei Vigili del Fuoco, ha permesso, sorvolando dall'alto area, di individuare la vittima, poi recuperata intorno alle 19,30.
Il personale del 118 non ha potuto far altro che accertare il decesso dello sfortunato giovane. I Carabinieri, presenti per tutte le operazioni di soccorso, si sono occupati di raccogliere le testimonianze degli amici su quanto avvenuto.
Sul tratto cittadino del fiume Sesia vige il divieto di balneazione proprio in considerazione della pericolosità del fiume. Non più tardi di due anni fa un altro giovane pakistano aveva perso la vita sempre nello stesso posto dove, lo scorso anno e anche a inizio estate, alcune persone si erano trovate in grave difficoltà ed erano state recuperate da alcuni vercellesi che avevano messo a rischio la propria vita.