«La polemica che sta montando sui lavori al Pala Pregnolato è immotivata: le società erano a conoscenza dei tempi del cantiere che, per altro, sta andando avanti nel rispetto del cronoprogramma concordato insieme. Abbiamo chiesto alla ditta uno sforzo straordinario per comprimere il più possibile i tempi. Ma fin dall'inizio era noto a tutti che un certo numero di partite si sarebbero giocate a porte chiuse». E' il sindaco Andrea Corsaro a chiedere che venga fatta chiarezza su alcune delle tematiche che tengono banco in città, in questi giorni.
La prima riguarda i lavori al palazzetto degli sport rotellistici, al rione Isola.
«Partiamo da una premessa - dice Corsaro -: i lavori sono stati fatti per avere un palazzetto omologato per le competizioni di livello nazionale e per le coppe internazionali. Senza questi interventi potevamo anche scordarci di avere il grande Hockey in città. In seconda battuta: i lavori stanno procedendo nel rispetto del cronoprogramma concordato con le ditte. Non ci sono ritardi: lavoriamo per consegnare alla città un palazzetto tra i più belli d’Italia; addebitare a noi questo problema è come minimo ingeneroso».
La seconda riguarda il tema del decoro urbano.
«L'amministrazione comunale raccoglie e verifica tutte le segnalazioni che arrivano dai cittadini relative a problemi causati dalla collocazione dei nuovi cassonetti. Ma non può essere ritenuta responsabile degli abbandoni dei rifiuti che, anzi, cerchiamo di contrastare in tutti i modi. Videotrappole, controlli, sopralluoghi, multe. La raccolta differenziata è ai livelli previsti dalla legge ma anche i cittadini devono dare una mano ed essere responsabili: basta scaricare i sacchetti davanti alle isole ecologiche o abbandonarli per strada. Sono costi per la collettività e peggiorano la qualità della vita di Vercelli», attacca Corsaro.
Anche sul tema della cura della città il sindaco si lascia andare a uno sfogo: «Sono il primo a volere una città pulita, bella e curata. Ma se appena vengono posati i cassonetti qualcuno li imbratta; se si continuano a usare le colonne del Dugentesco per scrivere messaggi di dubbio gusto e se si continuano a imbrattare i muri e le opere appena intonacate, la situazione non piò migliorare», dice Corsaro. Anche perché, sul fronte dei beni culturali la gestione è complessa: «Ogni intervento deve passare al vaglio della Sovrintendenza. E i tempi quindi si allungano. Per riportare al dovuto decoro la lapide dei Partigiani dei Cappuccini ci sono voluti due anni. E stiamo parlando di una lastra di marmo realizzata nel dopoguerra, non certo di un reperto archeologico. Ma questa è trafila da fare ogni volta che qualcuno imbratta un monumento. I cittadini non possono saperlo e così è facile montare polemiche e lamentele».
Infine un passaggio anche sui disagi causati dai cantieri: «Ho letto proteste per le code causate dal semaforo posizionato per due giorni in piazza Roma - chiude Corsaro -. Per due giorni metà della carreggiata è stata chiusa perché andava posizionato il porfido. E' evidente che gli operai devono lavorare in sicurezza e che la pavimentazione ha bisogno di un tempo tecnico per assestarsi. Piazza Roma è stata rifatta perché la piattaforma stradale era stata danneggiata dal traffico e il porfido era in parte compromesso. Sono lavori necessari per la sicurezza della viabilità cittadina».