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Attualità | 19 dicembre 2023, 08:15

Sanità e assunzioni, botta e risposta tra sindacati e azienda

La situazione dell'Asl Vercelli al centro di una dura polemica

Sanità e assunzioni, botta e risposta tra sindacati e azienda

Botta e risposta tra sindacati e Asl sul tema delle assunzioni. Due note diffuse, a distanza di pochi minuti raccontano una situazione di difficoltà all'interno della sanità locale, messa a dura prova dalla carenza di personale.

Ecco le due note.

Fp CGIL Vercelli Valsesia, Nursing Up, NurSind, Fials e Rsu 

A pochi mesi da quando le Organizzazioni sindacali denunciavano il collasso della sanità vercellese, arrivano i numeri a  confermare  il grido di allarme. Dei 1500 operatori sanitari che la Regione Piemonte ha annunciato di assumere in tutto il Piemonte, soltanto 31 unità sarebbero destinate  all’ASL VC (che con la copertura di un non meglio identificato turnover, arriverebbero alle 56 unità annunciate dalla Direzione).

Il numero sarebbe stato individuato dalla Regione in base alle richieste della Direzione ASL VC che, dal canto suo, afferma che tale numero non comprenderebbe il fabbisogno della ‘famosa’ e ben nota medicina ’territoriale’, dove sarebbero necessari ben oltre 100  unità. In breve, i numeri di fabbisogno di personale avanzati dalle altre ASL risulterebbero superiori perché comprensivi del fabbisogno territoriale, mentre il numero di operatori sanitari destinati all’ASL VC sarebbe solo ospedaliero. Un serio problema nonché un enigma il motivo di questa differenziazione , aggravato dal fatto che si tratta di continenti numerici certificati dalla Regione in sede di Osservatorio regionale alla presenza delle alte cariche regionali e dei Direttori generali.

In questa guerra dei numeri, perdura la carenza di organico,: fuggono medici, infermieri, tecnici, OSS e persino di Sindaci che avanzano  richieste di assoggettamento presso  ASL  limitrofe.  Il personale ospedaliero è sottoposto a turni massacranti, ferie non godute, straordinari: tutte situazioni che ricadono inevitabilmente sui pazienti con lunghe liste di attesa e problemi sull’assistenza e sulle prestazioni. 

La Direzione parla di criticità non uniformi, legate alle singole Strutture. In realtà si continua a fare i conti con un modelli organizzativi pre-Pandemia. Oggi più che mai che si ricomincia a registrare sovraffollamenti al Pronto Soccorso per COVID, confermando tutte le carenze della  Sanità territoriale. 

L’AGENAS (Agenzia per i servizi sanitari regionali ) non più tardi di qualche settimana fa, valutava l’ospedale di Borgosesia tra i peggiori del territorio nazionale rilevando  almeno cinque volte “standard di qualità molto bassi”. 

Si è passati dall’esaltazione /inaugurazione della mai avviata Rianimazione,  all’ipotesi  di trasformare il  Presidio di Borgosesia in un centro riabilitativo. Una discrasia notevole! Ma anche nel Presidio di Vercelli,   assistiamo a tagli di nastri e mancate partenze come accaduto al nuovo Pronto soccorso, ancora inattivo per mancanza personale. Situazioni altamente irrispettose nei confronti dei pazienti e di tutto il personale sanitario che fa il proprio dovere, e anche di più. 

La Regione Piemonte sembra, però, non prestare molta attenzione a una tale situazione e continua nella sua campagna elettorale di proponimenti. Dopo le 1500 assunzioni, ha infatti annunciato milioni di Euro per la messa a terra di investimenti attraverso i Fondi europei. Ma per l’Asl Vc, le 1500 assunzioni si traducono in 31 misere unità.

Non c’è nulla che certifichi l’avvio del potenziamento della Sanità Territoriale. I pochi investimenti in tecnologie e ristrutturazioni restano quelli già finanziati e previsti da anni (Blocco operatorio) ma tanti sono i i reparti che necessitano adeguamenti (Medicina, SPDC ecc.) e molte sono le apparecchiature tecnologiche da sostituire.

E mentre la Sanità pubblica vercellese arranca, si registra una particolare attenzione sulla Sanità privata, candidata soluzione futura per tutti i mali . 

In queste settimane si svolte molte Assemblee con gli operatori sanitari di vari reparti che hanno espresso il proprio forte malessere e le difficoltà a garantire gli standard assistenziali, con gravi problemi legati alla carenza degli organici e al carico di lavoro. Situazioni che sono state comunicate alla Direzione dell’ASL VC, ma che a oggi si  sono tradotti in vaghi proponimenti .

Per questo, Fp CGIL Vercelli Valsesia, Nursing Up, NurSind, Fials e Rsu a maggioranza  dicono: Basta! Basta alle mistificazioni, a fare degli ospedali pubblici spot elettorali di questa o quella parte politica. Basta all’affossamento della Sanità pubblica vercellese.

LA REPLICA DELLA MNAGER EVA COLOMBO.

Le associazioni sindacali non cavalchino fake news. La notizia dell’ospedale di Borgosesia tra i peggiori d’Italia è una notizia totalmente falsa. L’indagine Agenas a cui fanno riferimento non stila nessuna classifica degli ospedali italiani ma rappresenta uno strumento di lavoro prezioso a cui la Direzione guarda per individuare miglioramenti mirati. I sindacati probabilmente fanno riferimento a un articolo del “Fatto quotidiano” dello scorso ottobre che titola “Da Nocera Inferiore a Sanremo: ecco gli 8 peggiori ospedali italiani secondo il monitoraggio di Agenas” in cui Borgosesia viene citato per tre singole voci negative la maternità (ovvero la nascita di pochi bambini in valle) e la mortalità post-intervento per operazioni al colon e post-ricovero per Bpco (Bronconeumopatia cronica ostruttiva, la cui causa più comune è il fumo). Riguardo alle operazioni al colon l’articolo riporta una informazione errata, in quanto le performance di Borgosesia debitamente verificate dalla Direzione, dove vengono effettuati oltre 30 interventi all’anno, sono ottime. 

Una strumentalizzazione di questo tipo è totalmente inaccettabile da parte di chi dovrebbe conoscere la sanità locale, e con queste dichiarazioni rende i nostri ospedali ancor meno attrattivi. Diverso è il tema di un confronto nel merito, dati alla mano, sulla situazione del personale verso cui il dialogo con i sindacati è sempre aperto: i 56 nuovi inserimenti previsti a breve (di cui 31 saranno assunzioni straordinarie finanziate dalla Regione) derivano da una analisi attenta dei reali fabbisogni, il cui metodo è stato descritto, nella massima trasparenza, nella nota diffusa dall’Asl la scorsa settimana; restiamo comunque aperti al dialogo e a valutare eventuali osservazioni, come quella sul potenziamento territoriale, per il quale però occorrono tempi più ampi per sperimentare e rafforzare i modelli organizzativi e reclutare personale con una formazione specifica come gli Infermieri di famiglia.  
La discussione sul personale non deve essere strumentalizzata, anche nel linguaggio: non siamo di fronte a una “guerra dei numeri”, né tantomeno ad una fuga dalla nostra Asl (la mobilità e il turnover sono molto forti in tutte le Asl e la nostra situazione non è diversa da altri) e spiace che i futuri neoassunti vengano definiti da alcuni sindacati “misere unità”, invece di persone che magari dovrebbero iniziare a lavorare in un contesto sereno e motivante.

 

redaz

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