Caro Bassini,
e ancora una volta come tutti gli anni assisteremo al circo mediatico che si incendia il 25 aprile perché il fascismo è vivo, pericoloso, dentro di noi e infine per dirla alla Eco “eterno”. Il paradosso poi è che una quantità di atteggiamenti di chi lo afferma è “fascista” proprio nel senso più echiano del temine: sospetto verso il mondo intellettuale (quanti autori orientati a destra sono stati vilipesi censurati, sconsigliati…), paura delle differenze (a quanti pensatori orientati a destra è stato impedito di parlare nelle università e nelle scuole…), disdegno per le donne (quanti sostenitori a Sinistra dell’Islam e della sua nota tolleranza nei confronti del gentil sesso...) e infine, audite audite!, “invidia penis” permanente che porterebbe, tra le altre, alla condanna dell’omosessualità. Ma il 25 aprile è una cosa seria, così seria da riesumare un cadavere politico e storico per convincere orde di non pensanti del fatto che il Fascismo è ancora lì dietro l’angolo, in attesa di riemergere se non si porrà la giusta attenzione. E tutto questo mentre i militanti di Sinistra menano, devastano, randellano; e tutto questo mentre la violenza di Hamas viene giustificata; e tutto questo mentre gli ebrei da una parte vengono celebrati come vittime del Nazismo e dall’altra definiti essi stessi nazisti; e tutto questo mentre la nota tolleranza partigiana tace di fronte agli assassini di un Ramelli o di fronte ai davvero numerosi assassinii ad opera di partigiani, provati e documentati, non riconoscendo come tale nemmeno un solo singolo caso. La verità è che il Fascismo oggi è vivo soltanto per gli antifascisti, mentre un’altra analoga dittatura è ancora ben viva e tragicamente fabbrica di oppressione, morte e menzogna: sui Lager dozzine di documentari ma quanti hanno mai parlato dei Laogai tragicamente attivi o di cosa sta architettando il folle dittatore comunista della Corea del Nord? Pochi o nessuno, così pochi che il termine lager è riconosciuto dal correttore automatico di computer e cellulari mentre quello di Laogai no: e questo la dice lunga su come vanno le cose in questo mondo.
Lodovico Ellena
(rb) Caro Ellena, ci conosciamo da una vita e quindi sappiamo di pensarla in modo diverso. E quindi, pubblico non condividendo.
Per me il 25 aprile è la festa della fine di un incubo, ed è anche il ricordo di mio nonno: socialista della prima ora, non prese la tessera dal Fascio e quindi non ebbe vita facile. Un esempio: lo costringevano a sfilare durante alcune parate con la camicia nera. Olio di ricino e botte, se non avesse sfilato. Dalla bocca di mio nonno, però, non ho mai sentito parole di odio, poi. E qui mi fermo, e pubblico questa tua (e mi spiace di non leggere parole, di dolore almeno, per i bambini morti nella striscia di Gaza, a prescindere da ebrei buoni o cattivi e palestinesi eccetera.)