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Sport | 19 giugno 2024, 19:00

Paolo Rigolone, l'uomo che ha fatto sognare Cigliano (Basket)

Promozione in C solo sfiorata, ma il 26 maggio resterà una gara da ricordare. «Abbiamo disputato un gran bel campionato (l'obiettivo era il sesto posto), purtroppo in garatre... la squadra ha sentito troppo la pressione». Con il Cigliano l'avventura si è conclusa: «Probabilmente hanno altri progetti».

Paolo Rigolone

Paolo Rigolone

Paolo Rigolone, l'uomo che ha fatto sognare Cigliano.

Il 26 maggio, dopo un'ottima stagione coronata dalla vittoria sulla Ginnastica Torino (sia in garauno 57-53 che in garadue 82-59) il Cigliano Basket, che è appunto allenato da Rigolone, conquista la semifinale per l’accesso alla serie C. Se la vedrà con il Cuneo.

Il PalaGerardi è gremito, il tifo alle stelle, e il Cigliano Basket, grazie a un finale strepitoso, si impone sul Cuneo per 101 a 96.

Purtroppo il sogno si interrompe nelle due gare successive, ma il ricordo di un'annata speciale resta. Certo, con un po' d'amaro in bocca, soprattutto per l'ultima partita, persa in casa.

 

Rigolone, come spiega la sconfitta in garatre?

«Non eravamo tranquilli, c'era molta tensione, forse ci si stava rendendo conto dell'importanza della posta in palio. La pressione si sentiva forse in maniera eccessiva, nonostante staff tecnico e dirigenza si siano impegnati a cercare di mantenere un clima ottimale. La prima conferma di tutto ciò era già stata evidente in garadue, in trasferta, ci mettemmo quasi un quarto per entrare in partita. Insomma, in garatre non siamo scesi in campo. Non siamo stati capaci di giocare di squadra come, invece, ha fatto in maniera egregia il Cuneo. Al netto di ciò è stata un’emozione incredibile vedere il palazzetto stracolmo di gente che ci incitava.»

La stagione è stata comunque positiva, mi pare. Molto positiva.

«Si è allestita una squadra tutta nuova con atleti che non avevano mai giocato insieme. La prima sfida è stata proprio quella di costruire un gruppo partendo da zero. Non nascondo che non sia stato facile, ma i ragazzi hanno capito subito la necessità di mettersi a disposizione della squadra ed aiutarsi vicendevolmente . I risultati non sono arrivati immediatamente tant’è che la prima vittoria è arrivata alla terza  giornata nel “derby” contro i Rices. Successivamente abbiamo affrontato ogni partita avendo ben chiaro il nostro obiettivo, cioè la salvezza con il sesto posto in classifica.»

Siete andati oltre...

«Infatti. Abbiamo concluso al quinto posto e conquistando la qualificazione ai play in girone Gold. Di per se già un risultato eccezionale. Ciò che è successo dopo è stato memorabile: 8 vittorie che ci hanno portato al secondo posto (a pari merito con la prima ma peggior differenza canestri ) che ci ha dato diritto di partecipare alle fasi finali per la serie C.»

Ripercorriamo le tappe del finale di stagione.

«Quarti vinti 2-0 contro la Ginnastica Torino ( gara 1 vinta di 4 fuori casa e gara 2 vinta di 23 in casa) . Poi la storica semifinale in cui Cuneo, meritatamente, ha porta a casa un 2-1 che l'ha condotta nella finale vinta contro il Galliate.

La stagione è stata positiva, ma il prossimo anno non sarai più l'allenatore del Cigliano. Sai il motivo?

«Perché non sarò l'anno prossimo allenatore a Cigliano ? Onestamente non ho la risposta. Suppongo la società abbia altri progetti».

 

Paolo Rigolone, una bella annata da mettere nell'albo dei ricordi, così come è stata positiva l'annata precedente con i Vercelli Mooskins: anche in quel caso avete sognato la promozione dalla... Promozione alla D.

«Con i Vercelli Mooskins si è ottenuto un gran risultato. Partiti col freno a mano tirato ci siamo ritrovati al settimo posto in classifica al giro di boa. Dopo defezioni varie per motivi personali o infortuni decisi di cambiare assetto alla squadra e, con l’arrivo nel gruppo di Francesco Rossi si cambiò marcia inanellando 7 vittorie di fila che ci portarono dalla zona “critica” ai play off in cui fummo eliminati in garatre dopo aver vinto garauno fuori casa a Leinì.»

Tu ami la montagna, ma non solo.

«Confermo. Amo la montagna e in particolare la Valle D’Aosta, dove possiedo una casa in un tipico borgo alpino. Da sempre appassionato di basket ma amo praticare anche altri sport come il ciclismo in mountain bike, lo sci alpino e, a livello molto basso, arti marziali».

E la passione per il basket quando è sbocciata?

«Ho iniziato a giocare a basket agonistico  piuttosto tardi, a quattordici anni, ed ho "appeso le scarpe" a 38.»

Per poi, anni dopo, intraprendere la carriera da allenatore.

«Sì, ho abbandonato il basket per qualche anno, ma quando mio figlio ha iniziato ad avvicinarsi al minibasket ho iniziato anch ‘io un nuovo percorso, prima come istruttore minibasket, poi come allenatore delle giovanili e, successivamente, con i senior. Gli inizi sono stati con i piccoli dei Frogs , società che ha proseguito poi con il nome Vercelli Bugs , attualmente in attività e che rappresenta il punto di riferimento di tutti i bimbi a Vercelli. Successivamente sono passato alle giovanili di Vercelli Basket , poi all'allora squadra senior di promozione dei Rices. Ho allenato anche a Crescentino, (di cui ho un ricordo speciale) per poi passare alla prima squadra femminile della PFV in serie C, dove sono rimasto 4 anni. Nel 2019 mi sono "trasferito " a Novara, sempre nella C femminile, nel College Novara, ma la collaborazione si è interrotta con lo scoppio della pandemia. Dopo un periodo di pausa post covid mi sono accasato in promozione ai Vercelli Mooskins con cui ho passato due anni speciali: il primo con la vittoria della coppa Piemonte ed il secondo con la conquista delle semifinali per salire in serie D. Serie D che ho toccato con mano a Cigliano nella stagione appena conclusa.»

In questi anni vissuti da tecnico dov'è che ti sei trovato particolarmente bene?

«Fare una classifica delle società con cui mi sono trovato meglio è impossibile. Tutte le società in cui sono stato mi hanno donato qualcosa , mi hanno fatto crescere. La mia speranza è quella di aver lasciato qualcosa in cambio e di aver contribuito alla crescita dei "miei " ragazzi e ragazze.»

Il ricordo più bello (sempre da coach)?

«Non ho uno più bello degli altri, tante situazioni mi hanno fatto emozionare ma , la cosa più bella è stato vedere nelle categorie minori gli spalti pieni  di gente che fa il tifo per i ragazzi. È successo parecchie volte e questo vuol dire che è stato fatto un buon lavoro in palestra.»

A adesso? Prospettive?

«Al momento nessuna, ci penserò più avanti.»

Remo Bassini

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