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Cronaca | 20 agosto 2024, 12:42

Peste suina in un allevamento di Vinzaglio: abbattuti 15 capi

L'Asl Vercelli, competente per il centro novarese, ha istituito subito cordoni di controllo del focolaio in collaborazione con le Prefetture di Vercelli e Novara.

Peste suina in un allevamento di Vinzaglio: abbattuti 15 capi

Focolaio di peste suina africana in un piccolo allevamento di Vinzaglio, nel vicino novarese. Nei giorni scorsi è stata registrata la positività in campioni prelevati dal servizio veterinario dell’Asl Vercelli, che ha la pertinenza sul paese, su tre suini trovati morti dall’allevatore. I veterinari dell’Asl hanno immediatamente attivato il protocollo per il contenimento della malattia, non contagiosa per l’uomo, e hanno abbattuto i 15 capi rimasti che stavano iniziando a manifestare i primi sintomi della malattia.

«A seguito della positività - si legge in una nota dell'Asl - sono scattate le misure previste dal protocollo per il contenimento per minimizzare i rischi di contagio ad altri allevamenti». Sulla base di quanto previsto dai regolamenti europei in materia ed in accordo con la Regione Piemonte, l’Asl ha provveduto ad istituire una zona di protezione del raggio di 3 km e una zona di sorveglianza con raggio di 10 km dall'allevamento, che prevedono restrizioni, con durata di 15 giorni nelle more di provvedimenti da parte del Ministero della Salute, nello spostamento di suini in entrata e uscita negli allevamenti presenti nelle aree.

«Nel Vercellese gli allevamenti suini non sono particolarmente numerosi e hanno un numero di capi contenuto – spiega il direttore generale dell’Asl, Eva Colombo - Il focolaio di Vinzaglio è stato gestito con il coordinamento del Servizio Sanità Animale della Regione Piemonte insieme agli altri enti preposti, le Prefetture e le Province di Novara e Vercelli e con il sindaco di Vinzaglio Giuseppe Olivero con l’obiettivo, oltre che di eradicare il focolaio, di evitare inutili allarmismi nella popolazione. Ringrazio il personale dei Servizi veterinari dell’Asl diretti dalla dottoressa Elena Pavoletti e Gabriella Garbarino per l’efficienza con cui ha affrontato il caso e per l’attività informativa da mesi svolta nei confronti degli allevatori per adottare misure per la biosicurezza rafforzata».

redaz

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