/ Cronaca

Cronaca | 21 settembre 2024, 14:01

Cuscino in faccia alla fidanzata: a processo per tentato omicidio

Il giovane, un 25enne, era stato arrestato lo scorso autunno

Cuscino in faccia alla fidanzata: a processo per tentato omicidio

Al culmine di una lite avrebbe tentato di uccidere la fidanzata premendole un cuscino sul volto. Un 25enne è a processo, davanti al collegio del Tribunale di Vercelli, per tentato omicidio e rapina nei confronti della ex, con la quale aveva una relazione caratterizzata da numerosi alti e bassi e da frequenti liti.

La vicenda, che ha per teatro un centro del vercellese, è avvenuta nell'autunno del 2023 ma non era mai emersa sino all'avvio del processo: l'imputato, un giovane che in passato aveva avuto qualche problema a causa dell'uso di stupefacenti, era stato sottoposto, per otto mesi, a una misura di custodia cautelare in carcere. Davanti al collegio presieduto dalla giudice Enrica Bertolotto deve rispondere di tentato omicidio e rapina - per essersi appropriato del cellulare della ragazza dal quale lei aveva postato alcune chat private che sarebbero state all'origine del litigio.

A far partire l'indagine, condotta dai carabinieri, la denuncia sporta dalla ragazza che, dopo il litigio, era andata in ospedale a farsi refertare lamentando un senso di soffocamento e mostrando anche lesioni all'addome provocate da una forbice. La prognosi, per lei, era stata di una settimana. Lesioni non così gravi da causare un reale rischio per la sua vita secondo i periti di parte che hanno deposto nel corso di una recente udienza chiamati dai legali Massimo Mussato e Lucetta Patriarca che difendono il 25enne.

Nel racconto fatto in aula dalla mamma del ragazzo è poi emerso come la relazione, tra i due giovani, fosse caratterizzata da frequenti litigi, che finivano sempre con intemperanze verbali molto accese ma che non erano mai degenerate in atti di violenza. A causarli, spesso, erano banali incomprensioni o talvolta problemi nati per post o chat condivise sui social. La donna ha anche riferito che, nella ricostruzione del figlio, il cuscino non sarebbe stato utilizzato con l'intenzione di uccidere la fidanzata ma di farla smettere di gridare. La ragazza non è costituita parte civile e nel corso del procedimento ha anche ritirato la querela. 

Nella prossima udienza, terminati i testi di accusa e difesa, toccherà al pubblico ministero Mariaserena Iozzo procedere con la requisitoria finale.

redaz

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore