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Economia | 10 ottobre 2024, 15:25

Amianto nelle navi tra i civili e militari sotto l’ombra dell’uranio impoverito

Amianto nelle navi tra i civili e militari sotto l’ombra dell’uranio impoverito

Quella dell’amianto è una storia purtroppo destinata a ripetersi ancora nel tempo. Ogni tanto però la giustizia restituisce il giusto “compenso” alle vittime di questo killer silenzioso. È quello che è successo per un ex dipendente Fincantieri che ha lavorato presso lo stabilimento di Castellammare di Stabia ed è deceduto per un mesotelioma pleurico, difeso dall’Avv. Ezio Bonanni

Lo stesso triste destino che a volte hanno conosciuto gli stessi militari dell’Esercito Italiani, che sono stati esposti proprio nelle missioni di pace a cancerogeni quali amianto e uranio impoverito. Ne è un’altra importante testimonianza quella del Col. Fabio Filomeni, che ha voluto mettere nero su bianco la sua esperienza nel libro Baghdad: Ribellione di un Generale, presentato il 2 ottobre nella Sala Laudato Sì del Campidoglio, a Roma. 

Due destini differenti, visto che il Col. Filomeni è ancora oggi qui a raccontare la propria esperienza, ma che entrambi hanno subito l’atroce incontro con i due killer: amianto e uranio impoverito. 

Fincantieri condannata al risarcimento di 1 milione di euro per la malattia e la morte di un ex dipendente 

Il Tribunale di Torre Annunziata ha finalmente accertato la responsabilità di Fincantieri per l’esposizione professionale all’amianto e la morte del di un dipendente del sito di Castellammare di Stabia deceduto nell’aprile 2019, alla prematura età di 58 anni, a causa di un mesotelioma pleurico.

L’importo che l’azienda cantieristica navale dovrà corrispondere nei confronti dei familiari ammonta a circa 1 milione di euro. La famiglia della vittima ha scelto di farsi affiancare nel corso del lungo iter giudiziale dal presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’Avv. Ezio Bonanni.

L’uomo aveva lavorato nei cantieri navali con la qualifica di operaio dal 1977 al 1981 presso lo stabilimento di Castellammare di Stabia di Fincantieri S.p.A.. Ha svolto, infatti, mansioni di sabbiatore, pavimentista, verniciatore e manovale, in un contesto in cui l’amianto avvelenava praticamente ogni comparto. Fin dagli anni ‘60 l’asbesto era infatti onnipresente nei cantieri navali, e per i lavoratori era inevitabile inalare le sottilissime fibre di amianto che si trovava nelle coibentazioni, nelle tubature, nelle pareti, nel vano motore, nonché nelle cuccette delle navi militari e civili. Nel caso specifico, l’operaio, secondo quanto riportato nella consulenza tecnica d’ufficio, aveva manipolato amianto friabile in locali privi di impianti di aerazione senza le mascherine e tute monouso, dispositivi che avrebbero potuto evitargli l’inalazione delle polveri. In questo modo, è stato accertato il nesso tra l’esposizione e l’insorgenza del mesotelioma pleurico.

L’esito processuale rappresenta un traguardo significativo verso la giustizia per le vittime di amianto, soprattutto per aver sottolineato l’ulteriore pericolosità dell’esposizione domestica, per il fatto che anche il padre della vittima ha lavorato nello stesso cantiere navale ed è deceduto anch’egli per mesotelioma. “Si tratta di una sentenza storica, perché riconosce un importo che sfiora circa 1 milione di euro, tenendo conto che sono stati risarciti anche i danni dei familiari”, così ha dichiarato l’Avv. Ezio Bonanni, legale dei familiari della vittima. 

Storia di un’altra esposizione: il Col. Fabio Filomeni contro l’uranio impoverito

Se da una parte ci sono i civili, quindi dipendenti pubblici e privati, il più delle volte inconsapevolmente esposti a potenti cancerogeni come l’amianto, dall’altro anche i dipendenti delle Forze Armate non sono rimasti immuni da tali esposizioni. La storia del Col. Fabio Filomeni è l’esempio tangibile di ciò che è accaduto a tutti miliari che hanno partecipato a missioni di pace, come quelle in Kosovo, che di pacifico hanno avuto ben poco. Durante la presentazione del nuovo libro Baghdad: Ribellione di un Generale, il Colonnello ha esposto un tema che richiede grande attenzione: la sicurezza dei militari. La denuncia che Filomeni ha fatto pubblicamente nei confronti delle istituzioni superiori ha colto nel segno e ha portato a un’inevitabile e profonda riflessione dell’importanza della tutela della salute, un diritto di ogni lavoratore, che spesso viene calpestato. Il Col. Fabio Filomeni ha affrontato con fermezza le questioni riguardanti le gravi carenze nella protezione della salute dei soldati italiani impiegati in scenari bellici come Iraq, Balcani e Afghanistan. Un tema scomodo, di cui spesso di evita di parlare, ma che mette in luce evidenti carenze nei confronti di chi dovrebbe proteggere l’equilibrio pubblico. Le tesi di Filomeni sono condivise dal Gen. Roberto Vannacci, che fu tra i primi con il Col. Carlo Calcagni a denunciare la questione uranio impoverito. Infatti, l’ormai ex Generale, perché parlamentare della Lega, presentò un esposto di denuncia alla Procura della Repubblica di Roma sulla questione uranio impoverito.

Vitale è migliorare le norme sulla sicurezza, importantissimo creare delle opportunità per fare conoscere questa nostra storia anche nelle scuole”, con queste parole cariche di emozione il Col. Fabio Filomeni ha lanciato un nuovo appello e sottolineato l’urgenza di questa tematica, con la speranza di contribuire nell’abbattimento del cosiddetto muro di gomma del quale si sono circondate le istituzioni responsabili di tutto ciò.

Al fianco del militare, durante il convegno svoltosi il 2 ottobre al Palazzo Senatorio al Campidoglio, a Roma, nella Sala Laudato Sì, una figura di spicco nell’impegno alla tutela della salute dei militari e dei loro diritti in generale. La Dott.ssa Paola Vegliantei, presidentessa dell’Accademia della Legalità, da tempo porta avanti la sua battaglia per la giustizia. Proprio quegli stessi principi portati in alto dall’Avv. Ezio Bonanni, con il quale è stato stipulato un protocollo d’intesa per combattere insieme la loro lotta contro questi famigerati killer e garantire a tutti i militari esposti l’adeguata tutela medica e legale. 

Particolare rilievo assume il riconoscimento del valore del Fante Italiano. Ne parla Pasquale Trabucco nel libro “L’ombra della vittoria. Il fante tradito. Centenario del Milite Ignoto da Bolzano a Siracusa”. L’impegno di Pasquale Trabucco è condiviso dall’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e dall’Osservatorio Vittime del Dovere, in quanto la storia di eroismo e di sacrificio del fante italiano e della vittoria del IV novembre del 1918 non può essere dimenticata. Bene, quindi, l’impegno di Pasquale Trabucco, che condividiamo. Al nostro tricolore affidiamo anche la testimonianza delle vittime dell’amianto e quelle del dovere. 

L’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA APS resta, infatti, a completa disposizione per la tutela dei diritti di tutte le vittime dell’amianto e dell’uranio impoverito e dei loro familiari con un servizio di consulenza attraverso il numero verde 800 034 294 e la compilazione dell’apposito form online sul sito ufficiale.

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