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Cronaca | 11 ottobre 2024, 08:10

Accusato di tentato omicidio e rapina, un 25enne rischia cinque anni

Alle battute finali il processo per una vicenda avvenuta lo scorso autunno.

Accusato di tentato omicidio e rapina, un 25enne rischia cinque anni

Secondo l'accusa avrebbe tentato di uccidere la fidanzata, nel corso di un litigio, prima mettendole un cuscino sul volto, poi ferendola con la lama di una forbice e infine stringendole le mani al collo. Il tutto dopo aver sottratto alla giovane un cellulare con il quale lei aveva reso pubbliche alcune chat private, mandando su tutte le furie il giovane.

E' arrivato alle battute finali il processo nei confronti di un 25enne che, dopo otto mesi di custodia cautelare in carcere per fatti avvenuti nell'autunno dello scorso anno, rischia ora una condanna a 5 anni e 3mila euro di multa. Nell'udienza che si è celebrata giovedì davanti al collegio presieduto dalla giudice Enrica Bertolotto, sono arrivate le richieste finali nei confronti dell'imputato.

Secondo il pubblico ministero Maria Serena Iozzo all'esito dell'istruttoria sarebbero provate tutte le accuse contestate: la rapina - perché nel corso di un litigio tra i due il cellulare sarebbe effettivamente stato sottratto, almeno per un breve periodo, alla disponibiltià della ragazza, e il tentato omicidio, frutto di un impeto d'ira che il giovane, in passato, aveva già rivolto (con modalità diverse) contro i suoi stessi genitori.

Del tutto opposta la ricostruzione offerta dagli avvocati Massimo Mussato e Lucetta Patriarca che, chiedendo l'assoluzione per il loro assistito, hanno rigettto totalmente le accuse così come formulate nel capo di imputazione: «Nel corso del processo non sono emerse prove che l'imputato abbia commesso atti idonei e univoci a cagionare la morte della vittima» ha rilevato Mussato. Un'arringa nella quale il legate ha passato al setaccio - attraverso lo scambio di messaggi, e testimonianze raccolte in aula e ampia documentazione medica, il rapporto tra i due giovani: «un legame tossico e che certo non può essere definto d'amore», ha rilevato il legale facendo emegere quelle che per la difesa sono palesi contraddizioni nel racconto della parte offesa, non costituita parte civile all'udienza e che aveva rimesso la querela sporta ai carabinieri all'epoca dei fatti.

 

In via principale Mussato ha chiesto l'assoluzione con formula ampia e, in subordine, la riqualificazione del tentato omicidio a lesioni personali, non procedibili per intervenuta remissione di querela. La collega Lucetta Patriarca ha chiesto l'assoluzione anche dall'accusa di rapina per il breve periodo in cui, durante la lite tra i due, il telefono della ragazza sarebbe stato nelle mani del giovane: «Non ci fu alcun tentativo di ricavare un ingiusto profitto per sé - ha fatto notare la legale -: l'imputato voleva evitare che chat private diventassero di dominio pubblico e il fatto che il telefono in questione sia poi stato utilizzato dalla ex fidanzata per chiamare i carabinieri dimostra che la ragazza non ha perduto il possesso del bene».

Anche per questo capo è stata chiesta una sentenza di assolzuione o, in subordine, di riqualificazione in violenza privata, non procedibile per mancanza di querela. Repliche e sentenza a dicembre.

redaz

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