Non c'è tempo per metabolizzare il pesante rovescio contro l'Arzignano per la Pro Vercelli. All'orizzonte si profila la doppia trasferta contro Atalanta Under 23 e Virtus Verona. Due match delicati per i bianchi.
Mister Paolo Cannavaro inquadra la gara delle 18.30 di domani a Caravaggio contro i neroazzurri dell'ex Modesto: «L'Atalanta Under 23 è un gran brutto cliente. Sono una squadra giovane di qualità come lo sono le formazioni minori dei brianzoli, sotto questo profilo una delle migliori società italiane, come confermano i molti calciatori che, usciti dalla "cantera" dell'Atalanta hanno fatto carriera. Come tutte le formazioni giovani, però, possono incappare in qualche serata non all'altezza, com'è già avvenuto in questo campionato. Quindi vedremo di andare a giocarci la nostra partita, provando a sfruttare qualche crepa nel gioco neroazzurro».
Certo la Pro dovrà cambiare completamente volto rispetto all'umiliante ko con l'Arzignano: «Una gara che dobbiamo cancellare in fretta. Un prestazione pessima a 360° nel quale nessuno deve sentirsi escluso dalle critiche. La mia assenza in sala stampa? E' stata la società voler "metterci la faccia" al termine di una gara bruttissima. Io non ho nessun problema a confrontarmi con la stampa. Anzi da giocatore mi presentavo ai cronisti quasi esclusivamente quando perdevamo. Sul match voglio ribadire che le scelte iniziali e i cambi in corsa sono stati voluti per cambiare una situazione che stava facendosi sempre più complicata. Non è mia abitudine arrabbiarmi, ma quello che mi ha deluso è vedere come la squadra non abbia saputo mettere in pratica quanto studiato durante gli allenamenti».
Cannavaro, sia pur in maniera serena e senza polemiche, prova a togliersi qualche sassolino: «Voglio ribadire quanto si era detto a inizio stagione: il nostro obiettivo è la salvezza che, in una squadra così giovane, può passare anche attraverso qualche sconfitta. Certo in maniera completamente diversa nell'atteggiamento e nella maniera del match con l'Arzignano visto che, come dico sempre, si può perdere ma solo dopo aver dato il massimo. I risultati non aiutano ma, purtroppo, l'aria che si respira non è delle migliori: non abbiamo solo un fucile, una decina, puntati contro società, dirigenti e calciatori. E questo non fa bene al morale della squadra»
Il fatto di non avere un undici tipo può essere un ulteriore svantaggio in questa fase: «Voglio tenere i ragazzi il più possibile in tensione. Per questo io stesso alla vigilia dell'ultimo allenamento non so quale sarà la squadra che schiererò all'inizio. In ogni caso diversi giocatori, se non subentrano infortuni o squalifiche sono abbastanza fissi. Ovvio che l'affiatamento e l'intesa di qualche ragazzo sia maggiore con qualcuno rispetto ad altri ma, lo ripeto, ho una rosa "intercaiabile"».
Come si esce da questo momento?
«Non facendosi prendere dal panico, anche se non è facile quando si è giovani. Occorre guardarsi tutti in faccia, cercando di capire in quali aspetti possiamo migliorare sia a livello tecnico-tattico che caratteriale. E poi il lavoro: non dobbiamo mai smettere di "sudare" e impegnarci».