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Provincia | 19 marzo 2025, 08:06

Tra riti, arte e fede apre il Giubileo al Sacro Monte di Varallo - foto

Per il primo appuntamento cammino da Santa Maria delle Grazie e meditazione davanti alle cappelle del Monte

Apertura ufficiale, domenica 16 maggio, del Giubileo al Sacro Monte di Varallo, con una processione organizzata da Imago Verbi in collaborazione con la Parrocchia di Varallo, che si è conclusa davanti alla Basilica dell’Assunta, dove sono state rinnovate le Promesse Battesimali.

Un gruppo numeroso di pellegrini si è ritrovato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove Rosangela Canuto, presidente di Imago Verbi, ha illustrato le varie tappe varallesi, valsesiane e romane del percorso giubilare. Don Roberto Collarini, prevosto di Varallo, ha benedetto i presenti, soffermandosi sulla figura del primo pellegrino: Abramo che, a 75 anni, fu il primo invitato a lasciare la sua terra, pur in età avanzata. Soffermandosi sulle implicazioni di questa scelta, che comportava l’abbandono del “prima”, è stata sottolineata la completa fiducia di Abramo nel Signore:  a cento anni gli diede un figlio e poi gli chiese di offrirglielo e Abramo obbedì, ma un Angelo fermò la sua mano e fu sacrificato un ariete impigliatosi nei rovi. Nella tradizione un corno di ariete veniva suonato proprio per ricordare la fede di Abramo sul monte Moriah. Il suono del corno annuncia nella Bibbia un’altra grande solennità: lo Jobel, parola che significa letteralmente “ariete”, “montone”. Secondo la prescrizione contenuta al capitolo 25 del Libro del Levitico, ogni sette settimane di anni, nel cinquantesimo anno la “tromba dell’acclamazione” avrebbe dovuto squillare per proclamare un "sabato" lungo dodici mesi in cui la terra dovesse riposare, i debiti venissero condonati e i beni tornassero alla proprietà originaria: “Il pellegrinaggio è una tradizione del popolo ebraico che almeno una volta nella vita deve compiere il pellegrinaggio a Gerusalemme, per pregare al Muro del Pianto. Il pellegrino si mette in cammino lasciandosi alle spalle la vecchia vita, incamminandosi verso un obiettivo e accettando tutti gli imprevisti che potrà incontrare”.

All’uscita della chiesa la nota lunga e maestosa dello Shofar - il piccolo corno di montone utilizzato ancora oggi come strumento musicale - suonato da Sandro Antonini, trombettista del Coro Liturgico San Gaudenzio, evocava la convocazione solenne, diventava monito a riflettere sulla propria vita, marcando il momento della partenza, l’incamminarsi lungo la strada acciottolata che conduce al Sacro Monte. La processione, guidata dal filo conduttore della Speranza, tema giubilare, è stata scandita dalla recita del Rosario, da letture sacre, tratte dai Vangeli quaresimali (“La Quaresima – ha ricordato Don Roberto -  era il periodo di preparazione per i catecumeni, che volevano ricevere il battesimo”) e da canti, con soste di riflessione alle cappelle lungo la strada: Cappella della Madonna del riposo, Cappella di Cesare Maggi, il generale napoletano che da invasore si trasformò in penitente, Cappella del Cristo Bianco.

Al Monte il percorso prevedeva tappe in alcune cappelle individuate per riflettere sul tema giubilare della Speranza: spirituale nella Cappella delle Tentazioni, morale nella Samaritana al pozzo, mentre il miracolo della vedova di Naim non fu richiesto a Gesù che lo compì mosso a compassione dal dolore della vedova, nel Paralitico risanato alla guarigione fisica si unisce quella morale. Si è poi saliti alla Cappella della Trasfigurazione, una delle più grandiose e scenografiche di tutto il Sacro Monte, costruita secondo il progetto del “Libro dei Misteri” dell’architetto perugino Galeazzo Alessi, iniziata entro il 1572, ma ultimata solo nella seconda metà del ‘600, concludendo con la Resurrezione di Lazzaro, entrando nel sepolcro scavato all’interno della roccia: “Dio ha parole di speranza anche oltre la morte”.

Monica Ingletti, guida turistica, ha illustrato brevemente il contesto storico e le vicende artistiche delle singole cappelle: “Sono lieta di accompagnarvi  lungo un percorso che solitamente non si fa mai e che mi offre l’opportunità di parlarvi di artisti e artigiani di alto livello, ma che non vengono mai citati: Giacomo Valentini da Orta, Gian Giacomo Testa, Aurelio Luini, spesso confuso con Cesare Luini, sacerdote vicino al Sacro Monte, Cristoforo Martinolio detto Il Rocca, Bartolomeo Badarello da Campertogno, Gaudenzio e Bartolomeo Ravelli, che scolpirono le grate, Pietro Francesco Petera, Giovanni Soldo da Camasco, i fratelli Montalto, detti “Danedi” e naturalmente anche dei sommi artisti come Melchiorre d’Enrico, detto Tanzio, che partecipò a Roma al primo Giubileo, e Giovanni D’Enrico, massimo plastificatore del complesso”, poiché, come sottolineato dal Professor Don Damiano Pomi, varallese, oggi Parroco di Ghemme, che ha guidato le riflessioni spirituali: “Il Sacro Monte è stato realizzato dalle centinaia di persone che lo vissero come luogo di incontro con Dio, di conversione. Un’infinità di storie di vita si sono intrecciate al Sacro Monte, ma per scoprirle e gustarle bisogna prendersi tempo. Questo incontro offre anche l’occasione di ricordare i benefattori del Sacro Monte, coloro che con la loro generosità ne resero possibile l’edificazione ed i successivi ingrandimenti: dal ricordato Cesare Maggi a Matilde di Savoia, che finanziò la Cappella della resurrezione del figlio della vedova di Naim, alla comunità dei valsesiani residenti a Roma  che finanziarono la Cappella della Samaritana, al nobile milanese Pomponio Rosso per la Cappella della Resurrezione di Lazzaro, ma anche il soldato alemanno ricordato nella cappella del Cristo Bianco”.

Al termine dell’itinerario il gruppo, composto da oltre un centinaio di persone, si è riunito davanti alla Basilica dell’Assunta dove Don Roberto Collarini ha officiato il rito di rinnovo delle promesse battesimali. La Santa Messa è stata accompagnata dal Coro Liturgico San Gaudenzio.

I prossimi appuntamenti saranno il 9 maggio con la biblista Monica Prandi, che presenterà il Giubileo agli studenti delle scuole medie e delle superiori, mentre il 13 giugno la biblista Rosanna Virgili parlerà de: “Il Giubileo nella Bibbia”. Le celebrazioni del Giubileo si concluderanno con un pellegrinaggio a Roma dal 27 al 30 ottobre, guidati da Don Damiano Pomi: si varcherà la Porta Santa completando il percorso di rinnovamento.

Piera Mazzone

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