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Economia | 20 marzo 2025, 10:34

Mettersi in proprio in Piemonte: contributi a fondo perduto e sfide dell'imprenditoria

Avviare un'attività in proprio è un passo importante, carico di aspettative e sfide.

Mettersi in proprio in Piemonte: contributi a fondo perduto e sfide dell'imprenditoria

 Il Piemonte, con la sua vivace economia e il suo spirito imprenditoriale, offre un terreno fertile per chi desidera mettersi in gioco e tentare seriamente il cammino dell’imprenditore. In questo contesto si inserisce il Programma MIP – Mettersi in Proprio, un'iniziativa regionale che da oltre vent'anni sostiene gli aspiranti imprenditori e lavoratori autonomi. Un'occasione da non perdere, soprattutto considerando il recente lancio della Misura 3, che mette a disposizione contributi a fondo perduto significativi.

Un'opportunità per il Piemonte: il programma MIP

Il Programma MIP è una vera e propria ancora di salvezza per chi sogna di avviare un'impresa o una professione autonoma. Con una rete di circa 400 professionisti, tra tutor e specialisti, offre gratuitamente servizi di consulenza e accompagnamento. Il supporto è previsto sia prima dell'avvio (ex-ante), con un massimo di 45 ore dedicate alla stesura di un business plan solido e dettagliato, sia dopo (ex-post), con 20 ore di supporto per affrontare le decisioni strategiche dei primi mesi.

La Misura 3, in particolare, rappresenta un'opportunità allettante. Parliamo di un contributo a fondo perduto che può arrivare fino a 10.000 euro, coprendo fino all'85% delle spese ammissibili. Tra queste: canoni di locazione, costi di marketing e comunicazione, acquisto di attrezzature e arredi, e persino le spese di costituzione dell'impresa.

Si tratta quindi di un aiuto concreto per alleviare il peso dei costi iniziali, spesso asfissianti. È fondamentale, però, agire in fretta: le domande (aperte da gennaio 2025) saranno accettate fino a esaurimento dei fondi.

I vantaggi di fare impresa

Al di là delle specifiche opportunità piemontesi, mettersi in proprio offre vantaggi universali. Il primo, e forse il più ambito, è l'autonomia. Essere il capo di sé stessi significa avere il pieno controllo sulle proprie decisioni, sul proprio tempo e sulle proprie strategie. Una libertà che si traduce anche in maggiore flessibilità, con la possibilità di conciliare meglio vita professionale e privata, organizzando l'orario di lavoro in base alle proprie esigenze.

Sul fronte economico, il potenziale di crescita è teoricamente illimitato. A differenza del lavoro dipendente, dove gli aumenti di stipendio sono spesso legati a scatti di carriera e percentuali, un'attività in proprio ben gestita può portare a guadagni significativamente superiori. E non dimentichiamo la soddisfazione personale: realizzare un progetto proprio, vederlo crescere e prosperare, è una fonte di autostima e realizzazione impagabile.

Svantaggi e sfide dell'imprenditoria italiana

Non è tutto oro quel che luccica, però. Mettersi in proprio, in Italia, significa anche affrontare una serie di sfide non indifferenti. La burocrazia, innanzitutto, è un macigno che grava su ogni aspetto dell'attività imprenditoriale. Procedure complesse, adempimenti fiscali onerosi, tempi di attesa lunghi: un vero e proprio campo minato per chi non è esperto.

L'accesso al credito è un altro tasto dolente. Ottenere finanziamenti dalle banche, soprattutto nella fase iniziale, può essere estremamente difficile, richiedendo garanzie che non tutti possono offrire. La finanza agevolata rappresenta una possibile alternativa, ma anche in questo caso la competizione è alta e i requisiti sono spesso stringenti.

E poi ci sono gli adeguamenti normativi: leggi e regolamenti in continua evoluzione, che richiedono un costante aggiornamento e, spesso, investimenti per adeguarsi. Senza dimenticare i rischi finanziari intrinseci all'attività imprenditoriale: l'incertezza economica, la concorrenza, la possibilità di insuccesso.

Infine, lo stress e la difficoltà di conciliare vita e lavoro. L'impegno richiesto da un'attività in proprio è spesso totalizzante, con il rischio di trascurare la famiglia e la vita privata. La capacità di delegare, di affidarsi a collaboratori competenti, diventa fondamentale per non soccombere sotto il peso delle responsabilità.

In conclusione mettersi in proprio è una scelta coraggiosa, che richiede una valutazione ponderata di pro e contro. Un'analisi che deve tenere conto sia delle opportunità specifiche offerte dal territorio sia delle sfide generali dell'imprenditoria italiana. Il successo non è garantito, ma con una buona preparazione, una solida organizzazione e una buona dose di resilienza, è possibile trasformare un sogno in realtà.

Richy Garino

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