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Provincia | 26 marzo 2025, 08:27

Addio alla professoressa Liliana Bellossi, ha fatto amare la scienza a intere generazioni

Serravalle saluta una donna colta, che conosceva e rispettava la natura

Addio alla professoressa Liliana Bellossi, ha fatto amare la scienza a intere generazioni

Alla Casa di Riposo Don Florindo Piolo si è spenta la professoressa Liliana Bellossi. Aveva insegnato Matematica e Scienze alle scuole medie a Serravalle, crescendo allievi che le hanno fatto onore: era molto fiera quando per strada la riconoscevano e si fermavano a salutarla perché aveva lasciato un buon ricordo. Amava l’ambiente e gli animali in maniera consapevole, ne conosceva le caratteristiche e le alternanze, rispettava la natura, anche in quelle manifestazioni che potrebbero sembrare crudeli. Coltivava l’orto e il giardino, rispettava le caratteristiche dei vari terreni e la loro esposizione al sole, prediligeva le “piante antiche” quelle che una volta erano l’unico ornamento delle case di campagna. Aveva trasformato in un’aiuola la tomba della sua adorata mamma, nel piccolo cimitero di Naula: in ogni stagione c’erano fiori che sbocciavano quasi a rinnovare la vita.

In casa aveva sempre avuto cani di razza pastore tedesco, prediletti dal padre, gatti, molti, raccolti perché abbandonati o randagi, cui offriva cibo e protezione, senza mai volerli addomesticare, ma le facevano compagnia anche gazze, merli, cardellini.

Dopo essere stata colpita dall’ictus che l'aveva costretta a lunghi mesi di ricovero in ospedale, seguiti dalla riabilitazione, scelse di andare in Casa di Riposo. Sapeva che la sua casa e la sua gatta non sarebbero stati abbandonati: l’amica e vicina di casa Anna avrebbe provveduto a nutrire la micia, che infatti non si è mai allontanata ed è diventata la custode della casa. Amava la lettura e possedeva una ricca biblioteca che volle donare alla Biblioteca di Varallo: non leggeva romanzi, ma saggi di storia, religione, politica, era il suo modo di capire il mondo e di vivere il suo tempo in modo consapevole.

Liliana non era mai sola, si era costruita una solida rete di amicizie, era felice delle visite del fratello Sergio, della cognata e delle due nipoti Sabina ed Eva che risiedevano in Svizzera, ma tornavano frequentemente a Serravalle. Qualche anno fa la morte del fratello l’addolorò molto, ma cercò di reagire, mantenendosi curata ed attiva. Era stata una donna molto graziosa, vestiva in modo originale, portava i tacchi e spesso vezzosi cappellini che raccoglievano i capelli biondi arricciolati, una caratteristica frangetta le incorniciava la fronte, il suo viso era sempre illuminato da un sorriso.

Più volte l’ebbi come compagna di viaggio, sempre curiosa, interessata, amava scoprire il mondo.

Liliana ora riposa a Serravalle nella tomba di famiglia, ma certo il suo spirito libero e indipendente sta godendo dell’eterna primavera.

Piera Mazzone

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