Quaranta riflessioni, una per ogni giorno di Quaresima. E’ quello che ha realizzato e continua a portare avanti la vercellese Letizia Ferraris, di Borgo D’Ale, insieme a Paolo Marchiori, bresciano, malato di Sla, sclerosi laterale amiotrofica, una malattia neurodegenerativa che ormai da tempo costringe Paolo a vivere in un letto, attaccato a una macchina. A dar voce a Paolo, un computer che legge la retina e che permette all’ammalato di essere “portatore di speranza” attraverso messaggi positivi.
«Buongiorno, sono qui per aiutarvi, per darvi entusiasmo, per incoraggiarvi a osare, a provarci sempre, in modo da non avere un domani dei rimorsi». Letizia e Paolo condividono un cammino comune: il Centro Volontari della Sofferenza, una delle associazioni fondate dal beato Luigi Novarese (1914- 1984), sacerdote nato a Casale Monferrato e definito da San Giovanni Palo II l’“Apostolo degli ammalati”.
«La vita sembrerebbe lunga, ma il tempo passa in fretta. Ogni momento è un’opportunità – dice Paolo agli studenti di una scuola superiore -. Voi tutti siete proprio nella fase delle radici, un momento importante che determinerà il vostro futuro. Quindi vi dico con tutto il mio cuore, rincorrete le cose concrete e non quelle virtuali, non fatevi ingannare. I problemi vanno affrontati perché una soluzione c’è sempre».
Ogni giorno Letizia Ferraris pubblica sul canale YouTube dei Silenziosi Operai della Croce, altra realtà fondata dal beato Novarese, le riflessioni di Paolo che vengono poi condivise sul gruppo WhatsApp “Pellegrini di speranza”, che riunisce circa 200 persone.
«Tutto è nato nel 2022 quando, insieme a Emanuela Cau, volontaria della sofferenza della diocesi di Vercelli, si è dato inizio a un gruppo con l’intento di portare tante persone in pellegrinaggio a Lourdes attraverso piccoli video fatti con il cellulare, in un momento ancora toccato dagli effetti del Covid19. Dopo il pellegrinaggio - racconta - ci rendemmo conto che questo gruppo poteva essere utilizzato come strumento di crescita insieme. Si iniziava a parlare del Giubileo del 2025 e nacque il tema ‘Pellegrini di Speranza’».
Da lì l’idea di coinvolgere Paolo Marchiori, che da anni, attraverso la fede e la sua forza d’animo, trasmette messaggi di speranza e amore, nonostante la malattia. «Paolo incarna il pensiero del nostro padre fondatore, il beato Novarese, che sin dagli anni '50 ha sostenuto l’importanza della spiritualità nel percorso di guarigione e di come l’ammalato sia figura centrale nella Chiesa e nella società», prosegue Ferraris. La vita di Paolo diventa così una testimonianza vera, tangibile, di speranza, e oggi le sue parole corrono ogni giorno di telefono in telefono fino a raggiungere un numero non qualificabile di destinatari, ma certamente molto significativo. Pillole di speranza della durata di circa venti minuti, da ascoltare in qualsiasi momento della giornata.
«Un’occasione per prendersi del tempo e riflettere mentre si affronta la propria quotidianità”, conclude Ferraris citando Marchiori: “ricordatevi sempre che tutto è possibile, se fate entrare il Signore la vostra vita diventerà un capolavoro».