Attraverso la redazione del testamento una persona ha la possibilità di decidere come dividere il suo patrimonio per il tempo in cui avrà cessato di vivere. In altre parole, scrivendo il proprio testamento, è possibile decidere (nei limiti e nelle forme previste dalla legge) come devolvere i propri beni ed evitare che la propria successione venga regolata dalla legge.
Mediante il testamento è possibile beneficiare chiunque, amici, parenti, estranei fermo restando il rispetto dei limiti di legge in materia di legittimari. Ad essi, infatti, (cioè al coniuge, ai figli e in mancanza di questi agli ascendenti) spetta per legge una quota di patrimonio del testatore. Al di fuori di essa, invece, è possibile per il testatore disporre delle proprie ricchezze come meglio crede, ad esempio facendo un lascito a una Onlus, ovvero lasciando un bene o una quota del proprio patrimonio in favore di un ente con fini solidali.
Cosa si può inserire nel lascito?
Posto che il lascito testamentario è un legato, è possibile, attraverso quest’ultimo, attribuire ad enti benefici svariati tipi di beni come ad esempio fabbricati, beni mobili e crediti, indipendentemente dal loro valore. Più precisamente, tra le tipologie di lasciti che si possono fare ci sono:
- Beni immobili: case, appartamenti, terreni o edifici possono essere donati a enti benefici. Questi beni possono essere utilizzati direttamente dall’organizzazione per svolgere attività sociali, oppure essere venduti per finanziare i propri progetti;
- Beni mobili: anche gioielli, opere d’arte, mobili d’arredo e oggetti di valore possono essere inclusi nel lascito testamentario. L’ente destinatario può decidere di venderli per generare risorse economiche oppure di conservarli conservati come patrimonio artistico o culturale, se di particolare pregio;
- Somme di denaro: donare una somma in denaro è una delle modalità più semplici ed efficaci per supportare un ente. Il denaro può essere utilizzato immediatamente dall’organizzazione per sostenere progetti, coprire spese o avviare nuove iniziative benefiche. È possibile indicare nel testamento una cifra precisa oppure una parte del patrimonio liquido disponibile;
- Trattamento di Fine Rapporto (TFR) e polizze vita: questi strumenti rappresentano un’importante fonte di sostegno per l’organizzazione, garantendo fondi che possono essere utilizzati in maniera continuativa per finanziare progetti a lungo termine o per rafforzare la stabilità finanziaria dell’ente;
- Titoli, azioni o fondi di investimento: gli strumenti finanziari offrono una forma di donazione che può generare rendimenti nel tempo, contribuendo in modo sostenibile alla crescita economica dell’ente beneficiario. Quest’ultimo potrà scegliere se mantenere i titoli per generare profitti futuri o se venderli per ottenere risorse immediate, in base ai progetti da finanziare.
Come scegliere la onlus beneficiaria del lascito?
Per scegliere la onlus a cui destinare un lascito testamentario, è fondamentale fare ricerche approfondite e individuare quella che meglio rappresenta i propri valori e ideali. Occorre valutare attentamente la missione dell’ente, verificando che gli obiettivi siano in linea con le proprie convinzioni.
È importante, inoltre, accertarsi che l’organizzazione abbia la capacità gestionale per utilizzare efficacemente i fondi ricevuti, garantendo che il lascito contribuisca a progetti concreti e sostenibili.
Esaminare le attività passate della Onlus può offrire indicazioni preziose sulla sua trasparenza e sull’affidabilità, aiutando a comprendere come sono stati gestiti i fondi e quali risultati sono stati raggiunti nel tempo.
Ad ogni modo, è consigliabile optare per organizzazioni attive e conosciute, che operano da tempo nel settore e che hanno una solida reputazione. Ad esempio, è possibile sostenere realtà di grande rilievo come Medici Senza Frontiere: organizzazioni di questo tipo hanno una lunga storia di interventi umanitari e sono in grado di gestire grandi risorse per affrontare emergenze globali e portare avanti progetti a lungo termine.